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Se vi da fastidio non siete strane/i, esiste e ha un nome: Manspreading.


Vi è mai capitato di viaggiare in metropolitana o in treno e contrariati notare il vostro vicino passeggero sfiorarvi, o addirittura attaccarsi a voi, anche se gli spazi tra l’uno e l’altro sedile sono ben delineati? Questa cosa ha un nome, si chiama “manspreading”, (“spread” è un termine entrato nel linguaggio comune tramite la scienza finanziaria da qualche anno e in questo contesto viene utilizzato nel significato di “espansione”,“espandere”) lo sanno bene un gruppo di attiviste di Madrid ( Mujeres en lucha y madres estresadas) che hanno organizzato una raccolta firme per fare in modo che tra i divieti imposti sui mezzi pubblici ci fosse anche un cartello che esplicitasse il divieto di stravaccarsi, richiesta accolta dalla giunta comunale, anche se per ora solo sugli autobus. Le donne hanno dato il via ad una vera campagna di sensibilizzazione, che ai più può sembrare una futile questione, su come dietro ad un comportamento che può sembrare innocuo, in realtà si nasconda una discriminazione di genere, (in taluni casi una molestia) in quanto alle donne viene insegnato fin da bambine a sedersi composte, mentre sembra che agli uomini tutto sia dovuto, anche invadere lo spazio altrui. Del resto, persino le donne pensano male di una donna che siede in modo “sguaiato”, cosa che non sembra dare particolarmente nell’occhio se ad attuarlo è un maschio, perché anche se si fatica a realizzarlo, sussiste un indottrinamento secolare ad una certa gerarchia della territorialità, per non parlare delle vittime di stupro che si trasformano nelle famose “quelle che se la sono cercata” per un abbigliamento succinto, o perché da sole per strada di sera. Ma non vogliamo generalizzare, infatti nell’osservazione del fenomeno abbiamo notato che anche alcuni uomini sono infastiditi da questo comportamento e tendono a discostarsi dall’indesiderato contatto. Si potrebbero muovere molte e tante obiezioni su questi punti, per cui è giusto ritenere che un’adeguata regolamentazione sulla postura più opportuna da tenere negli spazi comuni sia auspicabile, anche se queste norme dovrebbero già appartenere alle tante non scritte all’alveo delle più comuni del vivere civile: un piccolo passo verso un traguardo più grande.

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